La nuova proprietà. Il rilancio.
Negli ultimi mesi un accurato lavoro di ristrutturazione (a cura dello studio di architettura di Junio Cellini e Paola Niolu) ha ripensato lo spazio che affaccia con ben 9 ingressi su strada in vista di un rilancio in grande stile del Bar Hungaria.
Non cambia l’insegna, diversa è la proprietà: Antonio Cola e Massimo Cola – già imprenditori della ristorazione a Roma – e Federico Scardamaglia – produttore cinematografico – sono i tre soci che hanno rilevato l’attività con l’idea di riportare in auge il buon nome dell’Hungaria.
I romani troveranno ad accoglierli due vecchie – ma giovani, considerando che l’età media dell’intero staff è piuttosto bassa – conoscenze del panorama gastronomico cittadino.
Rifuggiamo l’idea della tavola calda, piuttosto saremo un bar con bistrot, cucina aperta a pranzo e cena e immancabile Completo, che invece si potrà ordinare da mezzogiorno in poi, fino a chiusura”.
Dunque passato e ambizioni per il futuro che si fondono, partendo dal restyling degli spazi: “Abbiamo due grandi banchi nello spazio principale, per la caffetteria e la pasticceria. E 35 posti a sedere, suddivisi tra una piccola saletta con poltroncine e la sala principale con i tavoli e con la nostra reinterpretazione della mitica postazione degli hamburger.